La gastronomia presenta una caratteristica precisa, ed è quella di pescare in una “memoria collettiva” che dà sapore ai piatti e che faceva scrivere a George Bernad Shaw: «Nessun amore è più sincero dell´amore per il cibo». Non è un incitamento all´abbuffata: l´amore per il cibo è l´amore per la vita che scorre, è la memoria che non si perde. Meglio difenderla a tavola che accontentarci di affidare la memoria al freddo “chip” del computer.
I vecchi golosi sono morti, scrive con molte ragioni Davide Paolini. Al loro posto ora ci sono i “gastronauti”, ossia persone che attraverso il cibo intendono sfamare il loro desiderio di conoscenza, di sentirsi uomo che mangia con la testa e non solo con la pancia. Chi vuole nutrirsi con intelligenza, ogni volta che si siede a tavola percorre le tappe di un viaggio che non termina mai: il punto di arrivo è sempre un punto di partenza. Mai fermarsi, allora - conclude Paolini - nel senso di non aver mai paura del nuovo, ma non disprezzare l´antico. La circolarità della vita, come quella del tempo, riserva sempre delle sorprese.
È a questa filosofia che si ispira l´iniziativa “Vicenza in tavola”, realizzata in collaborazione con la Banca Popolare di Vicenza e la Despar, che mercoledì 23 giunge al terzo appuntamento.
Il ricettario, che sarà dato in omaggio assieme a “Il Giornale di Vicenza”, tratterà dei contorni, pescando nei prodotti tradizionali del Vicentino e nelle ricette della memoria: dai fagioli di Posina alla mostarda di Montecchio Maggiore; dai piselli di Lumignano al radicchio di Asigliano, dalla cipolla rosa di Bassano al sedano di Rubbio; dal broccolo fiolaro di Creazzo al formaggio verde di Montegalda, dagli asparagi di Bassano alle patate di Rotzo, un ampio spettro di prodotti è utilizzato per preparare quei piatti che provengono dalla nostra memoria. Incancellabili.
Fonte Il Giornale di Vicenza, 19 maggio